Luigi Pirandello

Le opere

L'autore

Luigi Pirandello

Il più grande drammaturgo del XX secolo, interprete assoluto
di un'ansia comune a tutti gli uomini, tipica della spiritualità del nostro tempo.

Luigi Pirandello nacque nel 1867 ad Agrigento, in Sicilia, da una famiglia di commercianti. Interessato agli studi linguistici e filologici, frequentò le Università di Palermo e Roma e si laureò a Bonn, in Germania, dove insegnò per un anno. Tornato in Italia, cominciò a dedicarsi alla letteratura entrando in contatto, grazie al Capuana, con i veristi (allo stile di questa corrente appartengono infatti le sue prime opere).

Si sposò intanto con Antonietta Portulano, che gli diede tre figli: ma nel 1904, quando lo scrittore era quasi quarantenne, la famiglia subì un grave tracollo economico, essendosi allagata la miniera di zolfo che ne garantiva il benessere. Nel frattempo, la moglie di Pirandello cadeva vittima di un grave squilibrio mentale (che la portò, dieci anni dopo, all'internamento in un ospedale psichiatrico). Pirandello si dedicò all'insegnamento, prevalentemente a Roma, fino all'età di cinquantacinque anni. Dopo gli anni Venti le sue opere cominciarono a riscuotere successo ed egli poté dedicarsi al teatro, che gli stava particolarmente a cuore, allestendo una propria compagnia, nella quale spiccava la giovane attrice Marta Abba. Dal '24 lo scrittore aveva aderito al Fascismo, non si sa con quanta convinzione: nelle sue opere, infatti, i temi politici sono quasi completamente assenti. Due anni prima della sua morte, avvenuta a Roma nel 1936, all'età di quasi settant'anni, Pirandello ottenne il premio Nobel per la letteratura.

L'epoca e il pensiero

Pirandello visse la propria infanzia in Sicilia, nell'Italia ormai unificata, e si formò culturalmente negli anni del Positivismo e della letteratura verista: il suo pensiero e le prime opere sono infatti legate a queste tendenze. Quando superò i trent'anni, proprio mentre nella vita privata era colpito da gravi difficoltà e dal dramma della malattia mentale della moglie (il tema della follia si incontra spesso nei suoi scritti), l'Europa ottimistica di fine Ottocento rapidamente si dissolse nella crisi che doveva portare alla prima guerra mondiale e alla violenta esplosione della rivoluzione russa e delle lotte civili da cui emerse, in Italia, la dittatura fascista. Nel frattempo veniva meno anche la fiducia nelle certezze scientifiche che aveva animato il Positivismo.

Questa crisi delle certezze trova piena espressione nel tema principale presente nelle opere di Pirandello, che riguarda il problema della verità: questa concezione è chiaramente espressa nella famosa opera teatrale Così è, se vi pare, tratta dalla novella La signora Frola e il signor Ponza, suo genero, di cui più avanti ti parleremo. Secondo lo scrittore, ognuno ha la propria verità e nessuna di esse può venir definita tale: chi dunque determina l'identità dell'uomo e la "verità" sono le convenzioni sociali, che si affermano con la forza delle maggioranze e possono imporre, per esempio, a un individuo la maschera dello jettatore (come accade nella novella La patente), fino al punto da non lasciargli nessuna possibilità di sfuggire al ruolo che per lui è stato stabilito.

D'altronde, secondo Pirandello, se la persona è una è anche centomila, perché la sua identità è in continuo cambiamento, perché si indossano infinite maschere e perché ognuno si fa una diversa immagine del proprio simile; dunque in definiva l'individuo è nessuno. A questa amara concezione della vita si accompagna un'idea della morte simile a quella che vedremo prevalere nel Decadentismo: se già l'esistenza è mistero inafferrabile dalla ragione, vivente rappresentazione teatrale, ancor meno si può dire su cosa possa attenderci dopo la morte. Forse, come è narrato in una breve novella della tarda età, Di sera, un geranio, quel che resta dell'indefinibile io umano si perderà nella vita cosmica lasciando, come unica traccia di sè, solo un improvviso e fugace soffio che può ravvivare il colore di un geranio. Questa novella è però variamente interpretata: quello che è certo è il fatto che negli ultimi anni, il bisogno di risposta alla domanda sul destino umano oltre la morte spinse sempre più lo scrittore verso il misticismo e verso un'ansia di fede che trova espressione negli ultimi scritti.

Vedremo ora come vengono sviluppate le tesi filosofiche pirandelliane nelle principali fra le numerose novelle di Pirandello (esse hanno quasi sempre a fondamento un preciso messaggio). Nell'accostarci alla produzione di questo scrittore dobbiamo tener presente che egli preferisce narrare anche gli eventi più drammatici in modo umoristico, come chiarirà in un importante saggio.